Chopin: tra accademia e libertà
- Emanuele Vascon
- 20 mar 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 26 mar 2022
Frédéric Chopin: Early piano works. Rondò Op. 1, Sonata Op. 4, Variations Brillantes Op. 12, Introduction and Rondò Op. 16.
Sofia Andreoli, pianoforte
Sofia, ventisette anni, è una pianista padovana, al suo esordio con un album interamente dedicato al poeta del pianoforte. Il percorso che l'ha portata al suo primo traguardo discografico viene scandito da numerose tappe, tra cui gli studi presso il Conservatorio Cesare Pollini di Padova, le masterclass con i più importanti maestri di fama internazionale (come Lilya Zilberstein, Marian Mika e Konstantin Bogino) e il lavoro nel ruolo di Maestro Collaboratore al Teatro Comunale di Vicenza per una produzione di Arie d'Opera mozartiane.

La scelta del repertorio ricade sui primi lavori pianistici di Chopin, legati all'esuberanza e alla freschezza proprie dell'età giovanile, che Sofia fa emergere con una spensieratezza quasi adolescenziale.
Il suo pianismo elegante traporta l'ascoltatore verso i lidi della gioventù sin dalle prime battute del Rondò Op. 1, in un microcosmo di sonorità leggere, a tratti eteree.
Il fraseggio, semplice e lineare, aiuta a seguire le idee musicali del compositore anche nei passaggi più impervi del Presto finale della Sonata Op. 4, in cui il turbinio di note viene sgranato con una scioltezza disarmante.
Un cantabile magnetico pervade il Larghetto della Sonata Op. 4 , tanto che il discorso musicale si staglia con molta chiarezza e continuità, senza mai eccedere in enfasi melensa.
Il rubato viene utilizzato con parsimonia, come una spezia che dà sapore ad un piatto, senza però alterarne la consistenza originaria.
Sofia è quindi una pianista preparata, tecnicamente solida e con una visione molto articolata dei brani, elementi che rendono le sue esecuzioni unitarie e ben definite; è desiderosa di svincolarsi dalla "dimensione accademica", quella che le imporrebbe di andare a tempo quasi compulsivamente dall'inizio alla fine del brano. Nelle Variations Brillantes Op. 12 non sente il bisogno di dimostrare la padronanza dello strumento, anzi, i suoi respiri coadiuvano il gesto tecnico mettendosi a servizio della musica.
Ma cosa ci si aspetta allora dall'ascolto di questo disco? Uno slancio fantasioso, a volte un po' acquattato in un piccolo angolo, a volte in superficie a gridare la sua libertà.
Articolo: Emanuele Vascon
Foto: Lodovica Barbiero, Da Vinci Classics
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